Sono passati pochi giorni dal match casalingo contro la Rucker San Vendemiano e negli occhi permangono le immagini salienti e i dettagli di una sfida molto bella e ben giocata dal Vega Mestre, conclusa purtroppo con un ko dopo un testa a testa durato 45’. Per i Grifoni arriva dunque il primo stop in campionato e per fare un bilancio dopo la terza giornata, con un particolare focus sull’ultima partita con la Sanve, abbiamo deciso di intervistare il direttore sportivo Samuele Marton.
Contro la Rucker è arrivata la sconfitta, come valuti la partita e la prestazione?
“Innanzitutto, vorrei fare i complimenti a Sanve, in particolare a Tassinari e Siberna che nei momenti più difficili con delle giocate individuali hanno portato a casa la partita; in una sfida del genere sono gli episodi a decidere l’esito. Tornando alla domanda, beh, onestamente direi che, pur essendo la nostra una filosofia che punta a vincere contro chiunque, perdere con la Rucker ci può stare. Non dimentichiamo che Sanve è una big del nostro campionato a detta di tutti, ha investito molto è ha un regime professionistico che noi non abbiamo; Tassinari, Siberna e Vedovato sono giocatori di livello superiore, i primi due tra l’altro hanno già vinto la serie B con Orzinuovi. Questa è quella che si chiama esperienza, peculiarità che noi non abbiamo. Mentre l’età media è un’altra cosa, basti vedere società come Bassano o Stella Azzurra che non hanno esperienza in base all’età media. Noi siamo al secondo anno di serie B, visto come è andata la stagione scorsa potremmo dire quasi al primo e ciò spero dia l’idea di quale sia la nostra dimensione. Dico poi che Sanve utilizza solo due giovani in particolare, Giordano e Nicoli entrambi con un livello nazionale da cui la Rucker pesca ogni anno scegliendo i propri under: Giordano ha una proiezione da A2, Nicoli arriva dalla Virtus Bologna ed ha alle spalle un anno di serie B a Montecatini. Negli anni, noi abbiamo invece puntato via via su under del territorio per quelle che erano le possibilità della società, oltretutto spesso cresciuti in casa come Maran o Segato, mentre ora abbiamo Fazioli, che starà con noi due anni, e Dal Pos, il quale paraddossalmente è proprio di Sanve. Per tutto questo non può essere la Rucker il nostro termine di paragone, per quanto mi faccia molto piacere aver visto di poter ricucire, in poco tempo e con le nostre possibilità, il gap che si era manifestato in Supercoppa. Sanve, Cividale, Roseto, Fabriano fanno un campionato a parte ed è giusto attualmente che sia così. A noi interessa la crescita, come società sappiamo cosa serve e dove dobbiamo arrivare per competere. Sanve è già avanti in questo processo, bravi loro. Noi però siamo orgogliosi di aver quasi nascosto questo gap in campo. Poi ribadisco il concetto di partenza: è ovvio che la filosofia mia, dei dirigenti, dello staff, dei giocatori e anche dei tifosi dev’essere quella di voler vincere con tutti, senza accontentarsi mai”.
La partita con Sanve sembra non essere come tutte le altre…
“Sì sì, non si può negare ma, onestamente, credo sia una sana competizione; a me piace e non ci do peso. Abbiamo obiettivi diversi e non paragonabili, tuttavia quando ci troviamo di fronte è sempre una battaglia sportiva senza esclusione di colpi ed è giusto sia così. Mestre ha nel suo DNA la competizione. Alcuni tifosi mi hanno fatto notare la foto del presidente Guberti in spogliatoio a fine gara con il nostro pass alzato in vista, pubblicata sui social di Sanve a fine gara: può sembrare un atteggiamento di scherno, ma credo si tratti di un gesto liberatorio e non di una caduta di stile, al termine di una partita che, fosse andata diversamente, poteva aprire per la Sanve una mini-crisi. Sono cose che fanno parte della competizione, noi stessi sugli spalti siamo stati molto focosi Tutto questo non deve togliere i meriti nostri e loro per una bella sfida che, in un periodo di difficoltà, ha sicuramente appassionato chi l’ha guardata pure stando a casa. Una gara in cui entrambe le squadre si sono espresse su un livello alto. Non facciamo entrare le polemiche per sporcare una gran partita, bastano gli applausi alle due contendenti. Ora avanti con la prossima, con l’obiettivo di vincerle tutte per arrivare alla nostra salvezza quanto prima”.
Dopo tre turni di campionato, si può già tracciare un primo bilancio registrando una crescita importante.
“Onestamente sono poco sorpreso dalla nostra crescita, siamo abituati a vedere le squadre di coach Volpato migliorare esponenzialmente ed è un aspetto che l’ambiente del Basket Mestre ha imparato a conoscere in questi anni. Al nostro allenatore e al suo staff va gran parte del merito. Sono tuttavia sorpreso del miglioramento individuale dei nostri giovani e della disponibilità che ciascun elemento della squadra sta dando: vedo tanti giocatori andare oltre ai propri limiti con la volontà chiara di migliorarsi. Abbiamo vinto due partite su tre in un periodo come questo, è un bell’inizio che ci teniamo stretto, ma sono soprattutto contento per i ragazzi e lo staff, perché le vittorie aiutano la convinzione, in particolare in un girone come il nostro, forse il peggiore: non dobbiamo infatti commettere l’errore di pensare che due acuti possano caratterizzare una stagione intera”.
Hai accennato ai singoli e, anche se non ti piace, ti chiediamo un’opinione su Lazzaro che sta viaggiando a medie importanti in attacco.
“Beh, sappiamo tutti “Marcone” che tipo di giocatore sia. Non mi piace parlare sei singoli perché sono convinto di come la prestazione di un elemento derivi per il 50% dal sistema con cui si mettono in campo e per il restante 50% dalle capacità di sfruttare le sue doti all’interno di quel sistema. Per cui non parlerò di Lazzaro, per quanto una cosa voglia dirla: Marco è un realizzatore, le squadre avversarie, non ultima Sanve con coach Mian, preparano la partita difensiva su di lui. Viene raddoppiato, talvolta triplicato, subisce un trattamento speciale sia in termini di falli che di provocazioni. Sento tanti allenatori parlare spesso con gli arbitri durante il match per portare dalla loro parte l’interpretazione di un’azione, oppure fare dichiarazioni in cui si dice che Lazzaro sia aiutato quando a me sembra invece il contrario. Quello che a noi interessa è che Marco, come tutti gli altri, vada oltre i propri limiti. Tutti guardano ai punti, ai falli e tutti sanno che guerriero sia Lazzaro; ma oltre ai punti e ai falli, noi guardiamo al miglioramento di Marco nel passare la palla ai compagni una volta raddoppiato e alla capacità che ha avuto, da quando è arrivato qui, di mantenersi concentrato sulla partita nonostante tutto. Non è scontato e talvolta è un aspetto sottovalutato. Potrei anche citarti negli anni le crescite di Salvato e Maran, l’adattamento di Pinton, fino ad arrivare ai già evidenti passi in avanti di Fazioli e Dal Pos. Qui si migliora, ormai è risaputo e per noi è un vanto. Le prestazioni arrivano sempre puntuali, è un processo da un lato necessario per come siamo strutturati, dall’altro inesorabile, basta avere pazienza: vi ricordate, ad esempio, di quanto sia maturato l’anno scorso Malbasa da quando è arrivato a quando è andato via?”.
Domenica al PalaVega arriva Cividale, un’altra corazzata.
“Cividale non è un’altra corazzata, è la corazzata! Noi, tuttavia, non dobbiamo avere paura di nessuno, dovranno venire e giocarsela come tutti. Li aspettiamo e venderemo cara la pelle, entrando in campo con l’idea che, ci sia di fronte Sanve o Cividale, noi vogliamo comunque vincere”.