Dopo sei sconfitte di fila, il morale in casa Vega Mestre non può certo essere dei migliori: è in momenti come questi, tuttavia, che bisogna però compattarsi e remare uniti nella stessa direzione. Un concetto che traspare chiaro dalle parole del direttore sportivo Samuele Marton, protagonista dell’intervista settimanale a poco più di 24 ore dall’impegnativa trasferta della truppa di coach Volpato sul parquet della Gesteco Cividale, nell’undicesimo turno di serie B Old Wild West (palla a due sabato alle 19.30).
Ben ritrovato direttore nel nostro consueto spazio pre-partita. Dieci giornate di campionato sono ormai alle spalle; qual è il tuo punto di vista sul percorso dei Grifoni e sull’attuale complicato periodo?
“Identificherei 3-4 aspetti per fare un piccolo resoconto della stagione. Il primo è di carattere generico, vale dunque per tutti e non solo per noi: siamo infatti di fronte ad una stagione strana e particolare, ad iniziare dall’assenza del pubblico sugli spalti. Questo fattore, per una squadra e un ambiente come il nostro dove il cuore e le motivazioni hanno sempre pesato nelle nostre fortune, incide sicuramente e lo si vede anche per altre realtà; mi viene ad esempio in mente Piombino, una compagine con un roster super e che al momento ha due soli punti in classifica. Il secondo aspetto, invece, riguarda il momento di “down” e depressione che stiamo attraversando, è chiaro che non ci riescono bene le cose e che raccogliamo meno di quanto abbiamo seminato. Alla squadra ho detto che, fondamentalmente, a ben guardare si piò dire che siamo a poco più di 4 canestri dalla prima posizione: tre partite, infatti, le abbiamo perse ai supplementari, un’altra, contro Senigallia, l’abbiamo persa per l’ultimo canestro che a loro è entrato e a noi no. Avessimo vinto queste quattro sfide, ai nostri attuali 6 punti in graduatoria se ne aggiungerebbero altri 8 portandoci a quota 14 dove attualmente stazionano le tre attuali capoliste. Chiaro che si tratta di un ragionamento paradossale e che il primo posto non può essere al momento il nostro obiettivo, però dico questo perché deve essere chiaro che nulla ci è precluso e che la rinascita può essere davvero dietro l’angolo. Questo mi porta poi al terzo aspetto, ossia quello fisico: non dimentichiamo che Lazzaro è praticamente fuori dall’ultima parte del 2020; Salvato ha avuto il Covid-19 e tra una lunga positività e il recupero si è fatto quasi due mesi di stop; Spatti gioca da settimane con infiltrazioni al pari di Gomirato; Pinton nell’ultima sfida è rimasto fuori; sono tutti acciacchi che si fanno sentire in una squadra come la nostra basata su un mix tra giovani e veterani e, quando mancano i veterani, è ovvio che i risultati e il bel gioco ne risentono”.
E l’ultimo aspetto di cui parlavi?
“Dal punto di vista critico, che accettiamo, oggettivamente c’è da dire che non siamo brillanti e non stiamo performando bene, come invece avevamo abituato negli ultimi anni soprattutto a livello di velocità, motivazione e aggressività: questo aspetto ha sicuramente condizionato gli ultimi risultati. Allo stesso tempo devo dire che, già prima dell’ingresso di Spizzichini, nel girone di ritorno uno degli indici negativi che ci aveva caratterizzato all’andata, ossia la presenza a rimbalzo, è sicuramente migliorato e subiamo molto meno. In difesa in certe gare della prima parte di campionato sembravano una groviera e nelle ultime settimane abbiamo invece fatto scendere le percentuali di tiro e i canestri subiti. Sono indici niente affatto casuali ma derivano dal lavoro, penso che i miglioramenti in tal senso di giocatori come Dal Pos e Rinaldi, ad esempio, siano lì a dimostrarlo. Siamo una squadra che difende meglio se attacca meglio e attacca meglio se difende meglio, un concetto per dire che le due cose sono correlate. Quindi sì, ci manca brillantezza e ciò è dovuto tanto all’aspetto fisico quanto all’aspetto mentale. Ultimamente non ci va dritta, una fase che nell’arco di una stagione può succedere, basti vedere la stagione scorsa; non ci sono problematiche grosse di qualche tipo, ci manca prima di tutto il successo perché vincere aiuta a vincere”.
Molti avversari sembrano voler approfittare delle difficoltà biancorosse.
“Vedo un giusto e corretto accanimento, mi si passi il termine, nell’affrontarci: pare che tutte le squadre, quando giocano contro il Basket Mestre, abbiano maggiore voglia di punirci sportivamente parlando, una mentalità giusta che avevamo anche noi. Ciò non deve offenderci ma renderci orgogliosi, perché fa parte dello status che abbiamo acquisito con anni e anni di lavoro. In un momento di crisi, come è giusto definire la situazione attuale, l’unica ricetta che conosciamo è di fare affidamento sulle persone giuste e su una forte motivazione, un metodo di lavoro già applicato in passato, ricordo ad esempio il primo anno di coach Volpato con mille infortuni oppure lo scorso campionato con lo 0-7 inziale, e che ci consente di pazientare a aspettare che le cose girino per il meglio permettendoci di portare a casa quanto seminiamo in settimana”.
Immaginiamo che tu abbia parlato alla squadra. Cosa hai detto ai ragazzi?
“Ovvio che alla squadra io chieda uno sforzo ulteriore, un impegno massimo per andare nuovamente oltre i propri limiti, per quanto qualcuno possa farlo e altri no. Però, se c’è una cosa che ho imparato in questi anni da ragazzi come Salvato, Maran, Pinton o Lazzaro, è che sottovalutare il cuore e la motivazione del Vega Mestre è un errore da non commettere. Cito loro perché per militanza sono il perno della squadra, ma la fiducia è in ciascun componente del gruppo biancorosso. Oggi ricevere critiche e sapere che i pronostici della vigilia ci danno battuti in partenza è una cosa che mi dà fastidio ma accetto, fa parte del gioco in un momento di “down”, però sottolineo che siamo come un leone ferito: colpiti sì, dunque, ma pur sempre leoni e questa consapevolezza la devono avere anche i ragazzi. Ci lecchiamo le ferite cercando di capire come fare a reagire, perché lottare, combattere e rialzarsi fanno parte del nostro dna. Alla squadra, quindi, ho chiesto compattezza, solidità e un ulteriore sforzo ad iniziare dagli allenamenti; vi assicuro che i ragazzi l’impegno ce lo mettono tutto ma, ciò nonostante, devono comunque cercare di dare di più. Siamo in grado di farlo e lo faremo”.
Domani l’avversario del Vega risponde al nome dell’ostico Cividale.
“Una partita molto difficile, come visto all’andata e nella sfida di SuperCoppa. Ho letto e sentito interviste, non solo sul sito dei friulani, dove siamo dati già per spacciati e per chi vede da fuori è giusto che sia così. Noi dobbiamo essere consci di dover compiere ogni settimana uno step in più e, in tal senso, l’arrivo di Spizzichini rappresenta un inserimento importante. Lascio agli altri i pronostici e la sicurezza di fare man bassa ottenendo 2 puti facili; a me interessa che la squadra si chiuda in spogliatoio e si guardi negli occhi, sapendo cosa c’è da fare e facendolo nel migliore dei modi”.
La società è unita per affrontare questo periodo e il resto della stagione?
“Come società siamo molto compatti e uniti, se c’è una cosa che abbiamo dimostrato in questi anni è l’unità di intenti e la compattezza, a volte contro tutti e tutte. Sappiamo che non si ragiona con la pancia ma con la testa e sappiamo esattamente, assieme allo staff tecnico e a coach Volpato, cosa serve fare. Abbiamo preso un giocatore come Spizzichini perché siamo convinti che questa squadra avesse bisogno di una mano a prescindere dall’infortunio di Lazzaro, servivano infatti maggiore energia e fisicità e Stefano si è calato nella parte in maniera incredibile. Si tratta di un giocatore dall’indiscutibile caratura e pure lui, nelle sue prime settimane a Mestre, ha riscontrato come la squadra sia più che buona e abbia solo bisogno di maggiore entusiasmo e irruenza”.
Ultima domanda: qual è il tuo stato d’animo?
“Da parte mia sono sereno e tranquillo, ma allo stesso tempo fortemente determinato perché la serenità non dev’essere assolutamente sinonimo di sottovalutazione dell’attuale periodo. Per i motivi spiegati in principio, la situazione in cui ci troviamo oggi non è prevedibile e gestibile come una stagione normale, ci sono anche altre variabili che gli scorsi anni non c’erano. Servono sangue freddo e lucidità e, soprattutto, lavorare, lavorare e ancora lavorare; più della classifica o dei discorsi su playoff e playout, quello a cui dobbiamo guardare oggi è l’equilibrio di un campionato in cui ci sono sempre 2 punti in palio che si possono perdere oppure ottenere contro chiunque, si chiami l’avversario Padova, Cividale, Vicenza, Fabriano o Roseto. Il discorso fatto ai ragazzi sui 4 canestri che paradossalmente ci dividono dal primo posto è fatto per sottolineare che non siamo inferiori a nessuno e la squadra ha tutto ciò che serve per risollevarsi, a cominciare da uno staff tecnico incredibile e da una società che li copre. Chiaro che anche loro devono convincersi ed avere la voglia di far rimangiare le parole di chi in questo momento facilmente li critica o li dà già per spacciati in partenza, pensando magari che Mestre sia una “carcassa” di cui cibarsi. Non siamo assolutamente questi e siamo determinanti a fare tutto ciò che serve per dimostrarlo”.