Tra i volti nuovi dello staff del Vega Mestre, spicca quello di Alessandro Schiavon, giovane preparatore atletico con un prestigioso curriculum- Benetton Treviso, Tezenis Verona, Italia Under 18 ad un Europeo, tra le altre- che ha scelto di sposare quest’estate il progetto biancorosso. Nel weekend che avrebbe dovuto vedere l’esordio in campionato dei Grifoni- rinviato alla prossima settimana- abbiamo scelto di intervistarlo per conoscerlo meglio e chiedergli dello stato di forma di Salvato e compagni.
Ciao Alessandro e benvenuto a Mestre! Guardando la tua carriera da preparatore atletico si notano subito esperienze di alto livello e, per molti, il tuo arrivo ha significato un ulteriore step di crescita nel percorso dell’intero progetto. Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta del Vega?
“Fino al 2013/14 ho svolto il mio lavoro in società professionistiche; poi, dall’anno successivo, mi sono riavvicinato a casa per motivi familiari, entrando come professore di educazione fisica alle scuole medie. Ho collaborato nel frattempo con alcune società del territorio, anche femminili, sino a quando quest’estate mi è arrivata la proposta di Mestre. L’ho subito ritenuta una buona opportunità per tornare non dico al professionismo, ma quasi: la serie B non è ritenuta categoria professionistica, eppure l’aria che si respira è del tutto simile e anche l’organizzazione non ha molto da invidiare ad una compagine di A2. Al di là di Pinton, che come tutti sappiamo ha militato in serie A, pure gli altri ragazzi hanno sempre mostrato, e continuano a mostrare, atteggiamento e ambizione degne della categoria e lo stesso posso dire della società”.
Oltre a Pinton e alle sue riconosciute doti tecniche e di esperienza che hai citato, qualcuno della squadra ti ha impressionato in positivo?
“Appena arrivato qui, a colpirmi positivamente non è stato un singolo, ma la coesione di questo gruppo. Quando si entra in uno spogliatoio, si può subito capire se la strada sarà in salita o in discesa e le impressioni ricavate una volta approdato a Mestre sono state favorevoli; i ragazzi sin dall’inizio mi hanno fatto vedere voglia di misurarsi e una buona attitudine al lavoro e alla fatica. È stato bello entrare in questo gruppo”.
Tra ieri e oggi sarebbe dovuto cominciare il campionato, slittato al momento di una settimana. Tutta la stagione, Supercoppa compresa, sta facendo i conti con l’emergenza sanitaria ed un calendario giocoforza stravolto; ciò comporta una maggiore difficoltà per il tuo ruolo di preparatore atletico?
“In carriera ho avuto modo di lavorare anche per la Nazionale russa di nuoto e bisogna innanzitutto premettere che esistono grosse differenze tra gli sport individuali e quelli di squadra. Negli sport individuali si lavora principalmente nel preparare un unico obiettivo stagionale e l’atleta dev’essere quindi portato al massimo della forma in quello specifico evento. Nelle discipline di squadra, invece, la bravura di uno staff consiste nel rendere competitiva l’intera rosa per nove mesi, pur con tutti gli alti e bassi del caso e con le specificità di ogni singolo giocatore. Ci sono due aspetti molto importanti in questo secondo tipo di preparazione per poter performare al meglio durante tutto l’anno: la prima è allenarsi al completo, una boccata di ossigeno la definirei. La seconda è fare in modo che i giocatori abbiano sempre le energie psicofisiche necessarie; non solo atletiche, attenzione, ma anche mentali, perché non si può ragionare per compartimenti stagni. Va tenuto acceso l’entusiasmo e lo staff dev’essere bravo in questo, tuttavia il rapporto è vicendevole: si tratta di un dare e un avere, perché poter contare su un gruppo che lavora bene trasmette entusiasmo pure allo staff tecnico”.
Come sta la squadra in questo momento?
“Direi bene, anche perché abbiamo superato un periodo difficoltoso per infortuni dovuti a contatti di gioco. Ora, invece, siamo praticamente al completo, da questo punto di vista il rinvio del campionato di una settimana è stato positivo”.
E con il resto dello staff tecnico, come ti trovi?
“Coach Volpato lo conoscevo già, era spesso alla Ghirada e sapevo trattarsi di un ottimo allenatore. Mi piace il fatto che sia un tecnico serio che pretende molto: è un coach che sviluppa le formazioni che guida, le sue squadre migliorano e crescono sempre durante la stagione e ciò dimostra la sua ottica di lavoro e come faccia maturare un gruppo sotto vari aspetti. Il vice coach Peruzzo è giovane, ma si è già dimostrato autonomo e capace di gestire il gruppo, non solo in allenamento. Il secondo assistente Andrea Sepe è arrivato pieno di un grande entusiasmo per questa sua prima esperienza in una serie B senior. Con loro si è creato subito un buon clima e sono contento di lavorare con questo staff, in una realtà ambiziosa come Mestre”.