Gemini Mestre 59

Apu Udine 74

GEMINI MESTRE: Mazzucchelli 3, Contento 7, Reggiani 5, Lo Biondo 8, Galmarini 13, Aromando 14, Rubbini 5, Bizzotto ne, Sebastianelli, Brambilla 4, De Gregori ne, Porcu ne. All.: Ciocca.

APU UDINE: Stefanelli 13, Bruttini, Alibegovic 11, Caroti 8, Hickey 10, Johnson 6, Agostini, Ambrosin 16, Da Ros 6, Ikangi 4, Pavan, Stjepanovic. All.: Vertemati.

NOTE: parziali 18-20 – 16-18 – 14-16 – 11-20.


Certi piatti hanno bisogno di tempo per essere cucinati al punto giusto, certo è che anche nel corso della preparazione se ti capita di assaggiare quello che bolle in pentola puoi già trarre delle prime considerazioni, ed il gusto che Gemini che sta regalando sembra poter essere di quelli che ti fanno restare a tavola con piacere.

Contro Udine, una delle formazioni più accreditate della serie A2 ieri di scena al Taliercio, Mazzucchelli e compagni fanno vedere una partita a tutto tondo, fatta di tanta difesa, di rotazioni continue, di giochi veloci dentro fuori che sfociano in tiri aperti che spesso bucano la retina per l’entusiasmo dei supporters accorsi per l’occasione a vedere l’evoluzione della nuova Gemini e a salutare Steve Lingenfelter, indimenticato Usa della Pepper che tanto ha fatto sognare negli anni ’80, una presenza che ha richiamato al Taliercio anche i suoi vecchi compagni Moreno Sfiligoi, Livio Valentinsig e Stefano Teso nonché il massaggiatore dell’epoca, Turi Toscanelli.

Insomma, dalla gara giocata con Udine ne è uscita una grande festa per la Gemini, una gioia prodotta per aver rivisto a bordo parquet quei giocatori che hanno fatto sognare i tifosi più stagionati e per la consapevolezza che anche chi veste oggi la canotta mestrina, qualche sogno fresco di stampa, può farcelo coltivare.

La gara contro Udine si sviluppa in quattro periodi con cronometro che punteggio che si riazzera di volta in volta; nei primi tre periodi vige la legge dell’equilibrio, anzi è la Gemini spesso a comandare trovando anche dei discreti allunghi come nel primo periodo quando due canestri di Aromando ed una bomba di Reggiani spingono Mestre sul 7-0, distacco che verrà poi ricucito da Udine soprattutto grazie agli esterni dove Stefanelli risulterà implacabile e protagonista del 18-20 con cui si conclude una frazione cominciata con quintetto Rubbini play, Reggiani e Mazzucchelli guardie, Galmarini e Aromando lunghi. Nel secondo periodo coach Ciocca mescola la squadra e riparte con Mazzucchelli in cabina di regia a gestire un quintetto più fisico completato da Contento, Brambilla, Lo Biondo e Aromando: anche in questo caso la Gemini parte bene spinta da Aromando innescato soprattutto dal genio di Contento che sigla dopo 3’18’’ la bomba del 9-5. Udine rientra grazie ad extra possessi e tanta fisicità mentre la Gemini perde un po’ in brillantezza, ancora Contento ai liberi e Galmarini – entrambi molto convincenti – rimettono Mestre avanti sul 14-10 ma nel finale ancora Caroti e Stefanelli trascinano Udine al 16-18. Dopo la pausa lunga nuovo mix offerto da Ciocca che manda sul parquet Rubbini a comandare il gioco, insieme a Contento, Brambilla, Aromando e Galmarini in cerca di nuove alchimie e fisicità. La Gemini difende sempre molto forte e anche stavolta parte con il piede giusto grazie ad un Rubbini di alto spessore che prima apre dall’arco e poi trova le linee giuste per mandare a segno Aromando e Galmarini (7-2), quindi è Brambilla ad entusiasmare i presenti con una bomba che vale il momentaneo 10-4, margine riconfermato dal successivo canestro con fallo subito di Galmarini che però dalla lunetta non la mette (12-6). Ancora una volta Udine trova rimbalzi offensivi che valgono nuovi tiri importanti per chiudere il quarto avanti 14-16. Nell’ultima frazione Ciocca sceglie un quintetto meno fisico composto da Mazzucchelli, Sebastianelli, Reggiani, Lo Biondo e Aromando, un mix che comunque convince, a metà quarto con Lo Biondo che colpisce dall’arco e che insieme a Reggiani porta Mestre sul 6-8 di metà quarto; solo nel finale la Gemini cede un po’ il passo con Udine che termina la frazione per 11-20.

Resta però la certezza di essersela giocata con una squadra di A2 che punta in alto e negli occhi le tanti giocate convincenti dei vari quintetti, tutti protagonisti di difese di carattere che hanno limitato Udine a quota 74.

Sarà ancora un basket sperimentale, ma essere fiduciosi è d’obbligo, attenzione questa squadra “rischia” di poterci far divertire.